Al Ministero dei Trasporti (etc.) nell'Agosto 1999, via raccomandata, suggerii la possibilità da parte dei cittadini che vantano passi carrabili o posti riservati di fare multe "fai da te", aggiudicandosi una quota parte dei soldi derivanti dalla multa.

La procedura era semplice e così fatta: la prova dell'infrazione avrebbe dovuto essere rigorosamente prodotta mediante una fotografia, la quale avrebbe dovuto (ai tempi) essere imbucata presso una buca delle lettere, indicando solamente le generalità e il numero di passo carrabile di colui che aveva subito gli effetti negativi dell'infrazione.

Oggigiorno, con l'avvento della fotografia digitale sarebbe sufficiente ricorrere all'invio di una mail, o di un sms, con allegata la foto.

Tornando a descrivere la mia procedura originaria: tutte le foto così imbucate sarebbero state automaticamente recapitate alle più vicine stazioni dei vigili urbani per i necessari adempimenti
(in caso di frequenti infrazioni i privati percettori di una quota parte delle multe avrebbero potuto convenire riscossioni periodiche; ogni costo aggiuntivo rispetto alla procedura usuale di riscossione sarebbe stato imputato al contravventore del divieto).

Questa soluzione, in primo luogo, risarcirebbe almeno in parte coloro che da sempre subiscono più direttamente i "costi" delle infrazioni degli altri; in secondo luogo, dovrebbe fare incrementare le entrate per multe per i vari corpi di vigilanza, senza per questo alimentare alcuna spesa aggiuntiva, come specificato più sopra.

Questa mia soluzione sembrò trovare una qualche successiva attuazione a distanza di molti anni da parte degli ausiliari del traffico e dei vigili (vedi in proposito un articolo di oltre 10 anni più tardi - fonte: La Nazione del 05/02/2011 - che accennava ad alcune novità e chicche seguite nel comminare le multe da parte di questi operatori: tra queste il ricorso alla fotogafia dei cruscotti dei mezzi e delle relative targhe per sanzionarli circa la mancata esposizione del tagliando di sosta).

E' notizia, ancora, del dicembre 2013, dell'invito, poi ritirato, da parte del comandante dei vigili di Roma ad utilizzare uno strumento come twitter per l'invio delle foto delle auto in doppia fila e simili.


seguono i links ai progetti che
depositai alla Mctc della Spezia
e al Comune della Spezia, in cui
è possibile rinvenire, nel paragrafo
finale della prima pagina e in quello
inziale della seconda, la descrizione
della misura in esame.


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segue: il link alla prima pagina
dei miei progetti che inoltrai al
Ministero dei Trasporti di Roma,
che comprende all'ultimo punto
la soluzione in esame, e il
link alla ricevuta d'invio
di questa raccomandata

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seguono i links a tre documenti
che certificano la successiva
presentazione e annunciazione al
Senato di 11 mie petizioni, una
delle quali, la 711, comprendeva
anche la soluzione in esame

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segue il link ad un articolo di
un quotidiano di oltre dieci anni
più tardi, cui ho fatto cenno
nella parte descrittiva

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segue il link ad un altro articolo
che si riferisce sempre a successivi
esempi di ricorso alla fotografia
(in tal caso digitale e mobile)
per sanzionare contravventori
di divieti di varia natura

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segue il link ad un ulteriore
articolo, ancora più recente, da
cui risulta un'ennesimo impiego
(in tal caso a Firenze) delle
foto per sanzionare le auto
in divieto di sosta

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